demoni impazienti di abbracciarmi
con braccia lunghe senza armi
la notte buia sfiora l’orizzonte di mille pensieri
battuti in testa come chiodi
lo sguardo si trascina nel ricordo
dove la luce diventa oro
così appeso all’infinito
mi lasciano in pasto al destino
mi fiutano
mi leccano
divorano il respiro
e mi stupisco un’altra volta del tuo arrivo
come un peso nelle mani del passato
diventa ripido il mio fiato
in preda ai brividi di sale
non mi arrendo
cercando ancora nel inferno
ritrovo la pace del silenzio profondo
in cui tacere non è più dovere
ma sangue che scorre nelle vene
in cui la tua assenza non è più rimorso
diventa pane che divoro con un morso
e da cui solo un passo
per dirti che ti ho trovato lì per caso
tra demoni domati come cani
che abbaiano al vedere i profani
non fa più male perdere o vincere
magari
non fa più bene il veleno
che nutre le mie viscere
rimango mio nel eterno