alzavo la ciglia cacciando via il buio senza sapere che il tempo mi fosse entrato nell’occhio storto come luce senza sapere che l’occhio fosse diventato il tempo stesso che mi accorciava lo sguardo che mi leccava l’osso spoglio di carne
erano ali sopra di me che facevano volare il silenzio tra le parole da una parola ad altra non trovando la pace dei sentieri era un silenzio in cui si sentiva solo arrivare la morte dietro tutte le cose che avrebbero voluto esserci ma non sono mai esistite dietro tutte le cose che sognavano di essere ma che non hanno mai potuto vivere dal colmo di vita ammucchiata tra di loro
avrei voluto scrollare di dosso tutte le parole tutte quelle parole gridate contro senza guardarmi e allora mi buttai nel loro sguardo come in un abisso senza margini sapendo di non poter più scappare dalla furia di guardarli nell’occhio morso dal tempo e sanguinando di lacrime
sì erano lacrime di sangue salato il miele che colava al in su sulle pareti dove avevano appoggiato la fronte
Prospettiva
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